martedì 14 gennaio 2014

Etimologie e modi di dire italiani: marinare la scuola



 di Ilaria Gelichi


Le vacanze di Natale sono finite e come ogni lunedì riparte anche la nostra rubrica sulle etimologie e i modi di dire italiani.
La scuola è ricominciata da pochi giorni, eppure sicuramente qualche studente avrà già voglia di fare forca! A questo punto i non Toscani (anzi, non Fiorentini…) si staranno chiedendo cosa voglia dire “fare forca”: ebbene, per indicare l’azione di saltare la scuola in italiano standard si usa l’espressione marinare la scuola, ma ogni regione italiana possiede il suo vocabolo per indicare questa diffusa pratica studentesca. Abbiamo pensato che possa essere interessante e divertente per stranieri e non conoscerne qualcuno: pensate che i modi di dire in qualche caso cambiano addirittura da una provincia all’altra nella stessa regione!

Partiamo dal nord: in Valle d’Aosta, sentirete dire che quel ragazzo ha schissato la scuola, ma nel vicino Piemonte esistono già diverse varianti a seconda della provincia, anche se la più diffusa è tagliare. In Lombardia sentirete dire scavallare se vi trovate in Brianza, altrimenti impiccare in provincia di Bergamo, bigiare a Milano, mentre a Sondrio salano la scuola. In Veneto si dice far manca, ma anche brusare (bruciare) e far berna. Nelle Dolomiti bellunesi, esiste la variante fare plao. In Trentino troviamo i vocaboli delle regioni vicine, con qualche variante: fare blao, ma anche bruciare a Bolzano, bigiare a Trento. In Friuli la versione udinese è molto vicina all’italiano standard: andare in marina. Gli studenti di Trieste e Gorizia invece dicono fare lipe o lippa. In Liguria si dice saltare, conigliare, o forcare (come nella vicina Toscana). Se andate in Emilia Romagna, sentirete così tante varianti che vi si confonderanno le idee: per citarne qualcuna, salare a Piacenza, fare buco o fare fuoco a Bologna, fare fuga a Reggio Emilia e fare puffi a Rimini. Anche la Toscana non è da meno: a Firenze si usa dire fare forca, ma ad Arezzo fare chiodo, mentre a Livorno si fa brucia e a Pisa si fa bu’a, solo per dire alcune. In Umbria non c’è modo di sbagliarsi: si fa salina, mentre nelle Marche si fa sega, come nel Lazio. In Abruzzo sentirete un simpatico fare cuppo o cuppare, mentre nel vicino Molise si dice o fare spago o fare filone, come in Campania. In Puglia esistono molte varianti a seconda della provincia in cui ci si trova: nel Salento si usa nargiare, mentre nelle province settentrionali ritroviamo fare filone e fare fruscio. Anche in Calabria abbiamo l’imbarazzo della scelta: fare sciampalè, addrazzare, zumpare sono solo alcune delle varianti. In Basilicata si usano varianti delle regioni vicine, come fare filone e azzuppà; in Sicilia si dice buttarsela e in Sardegna fare vela.

Alla prossima settimana con altre curiosità sulla lingua italiana!