mercoledì 29 gennaio 2014

QUIENES FUERON LOS CABALLEROS TEMPLARIOS?




Virginia Cerdá

La Orden de los Pobres Caballeros de Cristo y del Templo de Salomón, (del latín Pauperes Commilitones Christi Templique Salomonici), también llamada La Orden del Temple, (Ordre du Temple, en francés), cuyos miembros son conocidos como Caballeros Templarios, (templiers, en francés), fue una de las mas famosas órdenes militares cristianas de la Edad Media. Activa durante casi dos siglos, fue fundada en 1118 o quizás en 1119, por nueve caballeros franceses, dirigidos por Hugo de Pavens, después de la Primer Cruzada. Su objetivo principal era la protección de la vida de los cristianos que peregrinaban a Jerusalén. La orden fue reconocida por el patriarca latino de Jerusalén, Garmond di Picquigny, que le impuso como regla de canónicos del Santo Sepulcro.

     Luego, en el año 1129, fue aprobada oficialmente por la Iglesia Católica, por  lo que creció rápidamente, no solo en poder, sino también en dimensión. Los Caballeros Templarios utilizaban como distintivo una capa blanca, con una cruz roja.
    El éxito de los Templarios va unido al de las Cruzadas. La pérdida de Tierra Santa, derivó en la desaparición de los apoyos hacia la orden. Además, los rumores generados en torno a la secreta ceremonia de iniciación de los templarios, crearon una gran desconfianza. Felipe IV de Francia, muy endeudado con la orden, empezó a presionar al papa Clemente V para que tomara medidas contra los templarios, que en el 1307, fueron capturados en gran cantidad, obligados a confesar bajo tortura y luego quemados en la hoguera. En el 1312, Clemente V cedió a las presiones de Felipe IV y disolvió la orden. Su repentina erradicación dio lugar a especulaciones y leyendas, que supieron mantener vivo el interés de los Caballeros Templarios hasta nuestros días

lunedì 27 gennaio 2014

Etimologie e modi di dire italiani: il caffè



di Ilaria Gelichi


Il caffè. Il rito italiano per eccellenza, sinonimo di Italia insieme alla pizza e alla pasta. Eppure, il nome dell’amatissima bevanda non solo non ha origini italiane, ma neanche indoeuropee. La pianta del caffè infatti è originaria dell’Africa e la forma italiana del vocabolo è un prestito dal turco kahve, il quale a sua volta è un prestito dall’arabo qahwa, che in origine aveva il significato di “vino, bevanda”. Dal continente africano la voce si è diffusa in tutto il mondo, con diversi adattamenti a seconda delle lingue.

Il caffè arrivò in Italia per la prima volta nel XVI secolo e la prima città italiana a farne uso fu Venezia, a causa dei suoi rapporti col Vicino Oriente. Le prime botteghe in cui si vendeva caffè risalgono però al secolo successivo, il XVII, periodo in cui il caffè iniziò a diffondersi anche nel resto d’Europa. E’ proprio in questo secolo che nacquero i famosissimi café e coffeehouse di Parigi e Londra, luogo di incontro di letterati e filosofi.

Oggi esistono tantissime varietà di caffè e gli italiani sono spesso bersaglio di barzellette per via delle loro “manie” sul modo di berlo. Il più noto e più “italiano” è l’espresso, un caffè molto ristretto servito nella tazzina di porcellana; c’è però chi lo preferisce in un bicchierino di vetro e chiede quindi un caffè in vetro. Il caffè Americano è un espresso servito in una tazza più grande, al quale viene aggiunta dell’acqua a temperatura ambiente servita a parte. Non va confuso con il caffè all’americana, che non ha l’espresso alla base della sua preparazione e viene chiamato caffè lungo: si ottiene con la stessa macchina dell’espresso, ma facendo defluire più acqua (è il caffè che troviamo negli Stati Uniti e nel Nord Europa).  Il caffè macchiato è un caffè al quale viene aggiunta una piccola quantità di latte freddo o caldo (macchia); il caffè corretto è un caffè al quale viene aggiunta una piccola quantità di alcolico o superalcolico. Il caffelatte, tipica bevanda che gli italiani consumano a colazione, è composto da caffè espresso e latte, servito in una tazza o in un bicchiere. Il latte macchiato invece è un’alternativa al caffelatte, composto da più latte e crema di latte e meno caffè espresso. Per finire, il cappuccino: questa nota bevanda, di origine tutta italiana, è composta da caffè espresso, latte e latte montato a schiuma. Di solito viene zuccherato e accompagnato da croissant o paste dolci, ma attenzione: gli italiani non lo bevono mai dopo i pasti come il caffè, ma solamente a colazione!

 

Fonte etimologia: L’Etimologico di A. Nocentini, le Monnier Università





venerdì 24 gennaio 2014

CHI FURONO I CAVALIERI TEMPLARI?





di Virginia Cerdá


L’ordine dei poveri cavalieri di Cristo e del Tempio di Salomone, (dal latino; pauperes commilitones christi templique salomonici), anche chiamata l’Ordine del Tempio, (ordre du temple, in francese),  i cui membri sono conosciuti come cavalieri templari, (in francese, templiers), fu uno dei piú famosi ordini militari cristiani del medioevo. attivo per circa due secoli, fondato nel 1.118 o 1.119 d.C., da nove cavalieri francesi, comandati da Ugo da Pavens, dopo la prima crociata. iI suo fine principale era proteggere le vite dei cristiani che che andavano a Gerusalemme in pellegrinaggio. L’ordine fu  riconosciuta dal patriarca latino di Gerusalemme, Garmond di Picquigny, che impose come regola quella del Santo Sepolcro.

Nell’anno 1129 l’ordine fu approvato ufficialmente dalla chiesa cattolica, per cui questo ordine crebbe velocemente in potere e dimensione. I cavalieri templari utilizzavano come distintivo una cappa bianca con una croce rossa.

 Il successo dei templari va unito alle crociate. La perdita della Terra Santa fu a causa della scomparsa degli appoggi dell’ordine. Inoltre, ciò che si vociferava riguardo alla ceremonia segreta cerimonia d’iniziazione dei templari creò una grande diffidenza. Filippo IV, fortemente indebitato con l’ordine, cominciò a fare pressione su Papa Clemente V perché prendesse dei provvedimenti contro i templari che, nel 1307, in grande quantità, furono catturati, costretti a confessare sotto tortura e bruciati sul rogo. Nel 1312 Clemente V cedette finalmente alle pressioni di Filippo IV, e sciolse l’ordine. La sua brusca scomparsa diede luogo a speculazioni e leggende che, seppero mantenere vivo il nome dei cavalieri templari fino ai nostri giorni.



lunedì 20 gennaio 2014

Etimologie e modi di dire italiani: infinocchiare



La finocchiona

di Ilaria Gelichi


Buon lunedì a tutti! Oggi parleremo di un’etimologia interessante sia per gli italiani che per gli stranieri, che potranno così aggiungere alle proprie conoscenze di italiano colloquiale una nuova parola: infinocchiare. Questo simpatico termine è sinonimo di “imbrogliare”, “ingannare” e la sua storia è piuttosto antica.

Fin dal Medioevo, nelle osterie, quando si aveva a disposizione del vino poco buono o un po’ inacidito e si voleva rifilarlo comunque ai clienti, si usava servire dei pasti a base di finocchio. Questa verdura infatti ha la caratteristica di alterare i sapori ed in particolare di mascherare il sentore di aceto nel vino.

Nelle campagne fiorentine, ed in particolare nel Chianti, c’è un proverbio che dice: "Come gli abili parrucchieri sono capaci di far sembrare piacente anche la donna più brutta, così l'aroma della finocchiona è capace di camuffare anche il sapore del vino più imbevibile". La finocchiona è un insaccato tipico toscano a base di carne di maiale aromatizzato con semi di finocchio, che i contadini offrivano ai nobili che andavano a comprare i loro vini. L’aroma di finocchio mascherava il sapore del vino poco buono, permettendo così ai furbi contadini di infinocchiare gli ignari clienti, sicuri di aver fatto un affare.

La prossima volta che andrete a comprare il vino, state attenti a non farvi infinocchiare!!


giovedì 16 gennaio 2014

A chat with Vincenzo, barman at Café Damiano in Florence



Vincenzo with some students
 by Louisa Loring



There are already many cafes in this area.  What makes this cafe different from all the others?

First of all, clients are treated as individuals, as if they were in their own home, eating their own dishes.  The food we offer is all made here, as it is at home.  We have made the decision to offer dishes that are rooted in traditional flavors of Italy.  Also, we only have 22 seats so we can give individual attention to each customer. 

Where do these recipes come from? Do they come from your family?

No, rather, to bring back the traditional flavors, we have studied various cooking from different Italian regions and towns such as Tuscany, Lucca.  In fact, we have brought back peasant dishes because they are so rich in traditional flavors.  Our menu ranges from peasant dishes to the most elaborate of Italian cuisine. 

And even though these recipes are traditional, do you like making changes to these dishes to make them more modern or do you prefer to keep the recipes as they are?

This is a wonderful question.  In practice, we are trying to bring back original dishes that our grandmothers made.  Many of those flavors have been changed and modified over the years but we aim to keep tradition alive, especially Tuscan tradition.  The best dishes are those made in the traditional way without changes.  

What is a favorite dish of yours that you make here?

My best dishes are those that come from Lucania, where I am from.  There, we make a lot of homemade pasta like Ferraioli/Frizule ca a' mellica and orecchiette with turnip greens.  

Vincenzo making a personalized cappuccino
Change and innovation are important for customers.  How does this affect your menu? Does it change every season?

Our menu is based on fresh vegetables of the season and so, yes, there are big changes.  We are trying to bring back these flavors that people have forgotten over the years to the new generation because these days, many people haven’t had the luck to have a grandmother or mother who cooks well at home.  Those typical, regional, Italian flavors are by now lost, except for those rare grandmothers who are still cooking in a traditional way today. 

How important is local food for you? Do you try and use local products and ingredients?

We pick all our ingredients with attention.  It is important that the produce and products are regional and if possible, directly from the farms and producers because it secures freshness and the best quality possible.  We specifically look to cook with seasonal vegetables.  In fact, right now, there is pasta with broccoli on the menu.  In the summer, you will find pasta with tomato and mozzarella, but you won’t find what you are eating now because we do not use frozen foods or out of season produce. 

I see here that you have many different types of wine.  Are these wines different from what you would find in another restaurant?

Yes, by creating our own menu and with collaborations, we are able to offer a selection of wines from various regions.  When we prepare a traditional dinner with dishes from a specific region such as Lucca, Puglia or Calabria, we also try to choose wines that will pair well with that type of food.  In Italy, the wine possibilities are endless but the characteristics of a Sicilian wine are different from that of the Veneto region.  If you take a wine from Calabria and pair it with a plate of pasta and tomato sauce, it will not pair well and thus, not taste right.   

My personal cappuccino
In speaking with you, it seems you take joy in offering people a good lunch and that you like being surrounded by people.  Did you decide to open this cafe for this reason?

I love to be with people.  I love everyone! I like chatting and meeting new people.  Everyday I meet new people from all over the world; it is really a cultural exchange.  All my clients are wonderful! Here is one, one who comes often. Why do you come here?

‘I come because everything is made with love here.  The menu is always changing and there are lots of choices.’

And she is not my friend, she is a customer who works next door and comes here often.  Everyone who comes here feels at home.  I involve all my customers in the process and thus, they believe in me and they come back.  This is how you create new friends and learn about other cultures.  Today, I have friends all over that I met here and we still exchange holiday greetings.  Only to say, this is something that makes us different.  I want to create a family and those who come here, Italians or foreigners, feel a part of that family.

Lastly, do you have a piece of advice for someone who wants to open a cafe?

If you are going to open a cafe, it needs to be for pleasure, for vocation, for the desire to be with others, not for the business.


WHERE:
Bar Caffetteria Damiano, Via del Parione 46r, Florence - a few steps from ISTITUTO EUROPEO