martedì 15 maggio 2012

Palazzo Pitti parla giapponese e invita a conoscere il Paese del sol levante. In mostra l’arte e la cultura del Giappone nell’incontro con l’Occidente



Linee, colori e suggestioni racchiuse in 500 opere che raccontano la ‘terra di incanti’ dell’Estremo Oriente, lungo un percorso di mille e 200 metri di superficie espositiva. Così a Firenze, a Palazzo Pitti dal 3 aprile al primo luglio 2012, si celebra il Giappone. Nella reggia fiorentina che nel 1585 ospitò i primi ambasciatori giapponesi mai arrivati in Italia, la manifestazione ‘Giappone, terra d’incanti’, suddivisa in tre mostre dai titoli differenti, illustra l’arte e la cultura nipponica. Vediamo di seguito più nel dettaglio le tre parti dell’esposizione.

Di Linea e di Colore. Il Giappone, le sue arti e l'incontro con l'Occidente
Al piano terreno di Palazzo Pitti, nell’antico quartiere estivo dei granduchi, oggi Museo degli Argenti, le luci sono puntate sull’arte giapponese dal XIV al XIX secolo, epoca in cui il Giappone era il paese degli shogun e dei samurai. Questa parte della manifestazione espone raffinate realizzazioni artistiche e artigianali, dalle armi alle armature dei noti guerrieri, ai dipinti realizzati su paraventi dorati o su rotoli, destinati ai templi buddhisti e shintoisti o alle abitazioni. Non mancano opere che gli shogun dedicarono alla celebre Cerimonia del tè, kimono dagli straordinari tessuti, maschere e costumi variopinti per il teatro.

Alcune sale sono dedicate l'Ukiyo, il ‘mondo fluttuante’, una cultura parallela legata ai mercanti del periodo Edo (1615-1868), amatori della bellezza e dell’eleganza che predilessero artisti come il grande Hokusai, presente in mostra con lo straordinario capolavoro ‘Cinque dame’, rotolo verticale conservato nel Museo Hosomi di Kyoto.

Una parte di questa mostra è inoltre riservata all'incontro tra la cultura giapponese e quella europea e italiana, attraverso l'esposizione di manufatti giapponesi di tipo Nanban, che  letteralmente significa ‘barbari del Sud’, così come i giapponesi definivano gli europei tra il XVI e il XVII secolo.

L'eleganza della memoria. Le arti decorative nel moderno Giappone
La Sala Bianca, in Galleria Palatina al primo piano di Palazzo Pitti, ospita invece opere dei più famosi artisti giapponesi del Novecento, in particolare della seconda metà del secolo, quasi tutti nominati dal governo giapponese ‘tesori nazionali viventi’, il riconoscimento che fin dal 1950 viene assegnato per preservare tecniche e abilità artistiche.

Innovativi per concezione e per design, i lavori e i manufatti esposti esprimono stretti legami con la tradizione artistica classica del Giappone, sia per quanto riguarda le tecniche che i materiali: splendidi kimono, eleganti contenitori rivestiti della celeberrima lacca giapponese, ceramiche di elevata qualità, metalli dalle eleganti patine, notevoli e originali intrecci di bambù.

Giapponismo. Suggestioni dell’Estremo Oriente dai Macchiaioli agli anni Trenta
La terza mostra, dal suggestivo titolo ‘giapponismo’ si snoda nei locali della Galleria d’arte moderna e illustra la profonda influenza che la cultura nipponica ebbe sull’arte italiana tra la metà dell’Ottocento e i primi decenni del Novecento. Il Giappone era infatti rimasto isolato dal resto del mondo per oltre due secoli, aprendosi soltanto verso il 1860.

Da allora, grazie alla presenza di padiglioni giapponesi alle Esposizioni universali e alla permanenza di europei e statunitensi nel Paese del sol levante, l’interesse degli occidentali per le arti e la cultura del Giappone crebbe e si diffuse velocemente, diventando in certi casi una sorta di mania. Pensiamo per esempio all’arredamento, all’oggettistica e all’artigianato, dai ventagli ai kimono, ai paraventi. E, in campo strettamente artistico e pittorico, alle xilografie policrome di maestri come Utamaro, Hokusai e Hiroshige, ai quali si ispirarono anche i grandi delle avanguardie europee come Whistler, Manet, Degas, Vang Gogh, Gauguin e Monet.

Molti importanti artisti italiani accolsero e coltivarono il ‘giapponismo’, che influenzò musicisti come Puccini e Mascagni e pittori quali De Nittis, i macchiaioli toscani Fattori, Signorini e D'Ancona e altri esponenti dell’arte italiana di tutte le regioni: Tranquillo Cremona, Vittore Grubicy, De Pisis, Cambellotti, Michetti, Balla, Boldini, Cavaglieri. Non ultime, le maggiori manifatture del tempo, come la Richard Ginori, le vetrerie di Murano e le ceramiche di Galileo Chini. In mostra sono presenti opere di tutti questi artisti, affiancati da preziosi oggetti giapponesi. Un confronto e un incontro da non perdere.

Titolo della manifestazione: Giappone, Terra di incanti
Luogo: Palazzo Pitti, piazza dei Pitti, Firenze
Periodo: dal 3 aprile al 1° luglio 2012
Orario: Galleria Palatina e Galleria d’arte moderna, martedì – domenica: 8.15 – 18.50, chiuso il  lunedì
Museo degli Argenti, lunedì – domenica: aprile e maggio 8.15 – 18.00;  giugno e luglio  8.15 – 18.50, chiuso primo e ultimo lunedì del mese
Prezzo: Biglietto della mostra, che consente l’ingresso anche alle collezioni stabili dei musei di Palazzo Pitti che l’accolgono, oltre al Giardino di Boboli, con validità 3 giorni
intero: € 18.00
ridotto: € 9.00 (per i cittadini dell’U.E. tra i 18 ed i 25 anni)
gratuità per i cittadini dell’U.E. sotto i 18 e sopra i 65 anni
Info e prenotazioni: Firenze Musei 055.290383 -  firenzemusei@operalaboratori.com - www.unannoadarte.it