La finocchiona |
di Ilaria Gelichi
Buon lunedì a tutti! Oggi parleremo di un’etimologia
interessante sia per gli italiani che per gli stranieri, che potranno così
aggiungere alle proprie conoscenze di italiano colloquiale una nuova parola: infinocchiare.
Questo simpatico termine è sinonimo di “imbrogliare”, “ingannare” e la sua
storia è piuttosto antica.
Fin dal Medioevo, nelle osterie, quando si aveva a
disposizione del vino poco buono o un po’ inacidito e si voleva rifilarlo
comunque ai clienti, si usava servire dei pasti a base di finocchio.
Questa verdura infatti ha la caratteristica di alterare i sapori ed in
particolare di mascherare il sentore di aceto nel vino.
Nelle campagne fiorentine, ed in particolare nel Chianti,
c’è un proverbio che dice: "Come gli abili parrucchieri sono capaci di
far sembrare piacente anche la donna più brutta, così l'aroma della finocchiona
è capace di camuffare anche il sapore del vino più imbevibile". La
finocchiona è un insaccato tipico toscano a base di carne di maiale
aromatizzato con semi di finocchio, che i contadini offrivano ai nobili
che andavano a comprare i loro vini. L’aroma di finocchio mascherava il sapore
del vino poco buono, permettendo così ai furbi contadini di infinocchiare
gli ignari clienti, sicuri di aver fatto un affare.
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