di Ilaria Gelichi
Oggi parliamo di una festa popolare italiana poco
conosciuta, che è appena trascorsa: la Candelora (2 febbraio). Si tratta di una
festa cristiana in cui la
Chiesa celebra la presentazione di Gesù al Tempio e la
purificazione di Maria con la benedizione delle candele. Questo perché, secondo
un precetto dell’Antico Testamento, una madre rimaneva impura nei primi 40
giorni dopo il parto – e il 2 febbraio cade appunto 40 giorni dopo il 25
dicembre, giorno della nascita di Gesù. Oggigiorno questa festa ha perso molte
delle sue caratteristiche tradizionali, tuttavia si usa ancora benedire i ceri
accesi; a Roma, ad esempio, l’offerta dei ceri al Papa è ancora una tradizione
molto solenne.
Ma le origini della Candelora sono molto più antiche e
veniva celebrata anche in alcune religioni precristiane, all’incirca nello
stesso periodo dell’anno (tra la fine di gennaio e l’inizio di febbraio). Ai
tempi dei Romani si celebravano i Lupercalia in onore del dio Fauno (in
latino Lupercus), il protettore del bestiame dall’attacco dei lupi. Per
i Romani il nuovo anno cominciava il 1° marzo e la festa era collocata quindi
quasi alla fine dell’anno e al culmine della stagione fredda. La somiglianza
tra le due feste sta nell’idea di purificazione che si ha in entrambe e
nell’usanza di accendere lampade e fiaccole.
Anche nella tradizione celtica irlandese esisteva una festa
molto simile alla Candelora: Imbolc, che trovandosi a metà strada
tra il solstizio d’inverno e l’equinozio di primavera segnava il passaggio dal
buio alla luce e simboleggiava risveglio e rinascita. La luce e la rinascita
sono le caratteristiche comuni che troviamo in moltissime culture europee.
In Italia la
Candelora ha anche un significato molto importante dal punto
di vista meteorologico: infatti, secondo la tradizione popolare, in base al
tempo che farà in questo giorno si può prevedere se l’inverno durerà ancora a
lungo o no. I proverbi variano da regione a regione e in alcuni casi hanno
addirittura significato opposto! In Toscana, ad esempio si usa dire:
« Pella
'Andelora
se pioe o se gragnola
dell'inverno semo fora;
ma se sole o solicello
semo ancor in mezzo a i'verno. »
se pioe o se gragnola
dell'inverno semo fora;
ma se sole o solicello
semo ancor in mezzo a i'verno. »
e cioè: per la
Candelora, se piove o grandina siamo fuori dall’inverno; ma
se c’è il sole siamo ancora in mezzo all’inverno. Questa versione vale anche
per gran parte d’Italia, ma ci sono alcune regioni in cui la previsione si
inverte, ad esempio il Veneto:
Col dì de'a
Candeòra
de l'inverno semo fora;
ma se piove o tira vento,
de l'inverno semo ancora 'rento. »
de l'inverno semo fora;
ma se piove o tira vento,
de l'inverno semo ancora 'rento. »
e cioè: per la Candelora siamo fuori dall’inverno, ma se piove o tira vento ci siamo ancora dentro.
Se cerchiamo bene, anche fuori dall’Italia esistono credenze simili: negli Stati Uniti e in Canada, proprio il 2 febbraio si celebra il Giorno della Marmotta (Groundhog Day). In questo giorno si osserva appunto una marmotta: se esce dalla sua tana e non riesce a vedere la sua ombra perché il cielo è nuvoloso, significa che l’inverno finirà presto. Se invece la marmotta si spaventa vedendo la propria ombra e rientra nella sua tana, allora significa che l’inverno durerà ancora 6 settimane. Questa festa deriva dalla tradizione scozzese del Candlemas Day, di nuovo una festa della luce, associata ad un proverbio molto simile a quello toscano: « If Candlemas Day is bright and clear, there'll be two winters in the year. » e cioè se quel giorno il cielo sarà sereno, l’inverno durerà ancora per molto.
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